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Monthly: Ottobre 2021

#BGSOSTENIBILMENTE

I prodotti lattiero caseari sono sostenibili …

Il latte: un alimento sostenibile in una dieta sostenibile

sostenibilità e alimentazione

Oggi si parla moltissimo di alimenti sostenibili e di sistema alimentare sostenibile.

Nel 2010 la FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) ha dichiarato che per sistema alimentare sostenibile si intende un sistema in cui coesistono, sono rispettati e sono in equilibrio fra loro quattro pilastri portanti: nutrizione e salute, cultura, economia ed ambiente”.

Il settore agricolo influenza ed è a sua volta influenzato dalla salute in maniera diretta e indiretta. Direttamente attraverso la quantità e qualità del consumo di alimenti. Un consumo adeguato di cibo fornisce i nutrienti e i componenti alimentari necessari che gli esseri umani richiedono per una crescita e uno sviluppo sani necessari alla produttività quotidiana.

Una buona salute consente alle persone di ottimizzare tali nutrienti attraverso l’appetito, la digestione e il metabolismo e di contribuire all’agricoltura in termini di produttività e una serie di importanti servizi ecosistemici. L’aumento della produzione di alimenti a bassa densità di nutrienti e ad alto contenuto calorico sta contribuendo al carico di malnutrizione sia per difetto di nutrienti che per eccesso di peso. Ma anche lo stato di salute e lo sviluppo economico e sostenibilità ambientale sono indirettamente influenzati dagli effetti sull’occupazione, sul reddito e sulla prosperità economica, effetti positivi perché consentono alle persone uno stile di vita più sano, una maggiore capacità di spesa sanitaria.

Le diete caratterizzate da un elevato contenuto di alimenti vegetali e da un limitato contenuto di prodotti di origine animale, carni e carni trasformate, hanno un minore impatto sull’ambiente, e sulla salute rispetto alle diete più ricche di prodotti di origine animale. A parte la qualità del cibo introdotto è altrettanto importante considerare gli scarti e gli sprechi, sia in termini di alimenti che vengono buttati, sia in termini di calorie introdotte in maniera eccessiva.

La Dieta Mediterranea è uno stile di vita improntato alla frugalità alimentare con una preponderanza di prodotti vegetali (frutta fresca, ortaggi, verdure, legumi, cereali, frutta secca, olio d’oliva), che però non rinuncia a quelle quote di prodotti animali necessarie, senza eccedere, a coprire le inevitabili carenze di un modello completamente vegetale, e con un apporto energetico mai eccessivo rispetto al fabbisogno e ad un’adeguata attività fisica.

La dieta mediterranea è quindi un perfetto esempio di modello alimentare sostenibile, anzi forse il più sostenibile, per l’ambiente e per la salute. È stato calcolato [11] che la sola ottimizzazione qualitativa delle abitudini alimentari degli italiani, vale a dire il miglioramento della qualità della dieta, lasciando inalterato l’apporto calorico complessivo, comporterebbe un dimezzamento dell’impronta di carbonio (mediamente un risparmio di circa 800 grammi al giorno di CO2 Eq. per persona al giorno).

In Italia un adulto su due è in eccedenza ponderale, e ogni chilo di grasso corporeo corrisponde a circa 7600 kcal consumate oltre il fabbisogno. L’adeguamento delle calorie al fabbisogno energetico quindi comporterebbe un risparmio di emissioni di anidride carbonica enorme, oltre che ovviamente di salute. Per fare 1000 kcal di alimenti consumati in una dieta occidentale vengono prodotti circa 2,2 kg di CO2 negli Stati Uniti [12] o 1,6 in Italia [11].

Moltiplicando questi valori per ogni chilo di grasso in più per persona si avrebbe un risparmio enorme di gas clima alteranti e un risparmio enorme di malattie croniche. Il modello alimentare mediterraneo, con il suo alto apporto di frutta, vegetali, cereali integrali e legumi, oltre ad avere un minore impatto sull’ambiente e a fornire una gran quantità di nutrienti in poche calorie, è in grado di influire sulla sazietà riducendo così l’apporto calorico quotidiano con ricadute enormi dal punto di vista della salute dell’uomo, dell’ambiente e, non ultimo, anche del portafoglio.

IMPATTO AMBIENTALE

IL LATTE COME SI PONE ALL’INTERNO DI QUESTO SCENARIO?

La produzione di latte ha un impatto ambientale “medio”(FAO 2016), legato soprattutto alla produzione dell’alimento, in termini di suolo utilizzato per la produzione dei foraggi per il bestiame, di consumo di acqua, di emissioni di anidride carbonica e metano da parte dell’allevamento. Incidono anche ai processi di trasformazione, l’imballaggio e il trasporto dallo stabilimento di produzione alle nostre tavole.

Tutto questo secondo il sistema di misura attualmente in uso: g CO2 equiv/kg di prodotto. Probabilmente se cambiassimo la modalità di misurazione ovvero se ragionassimo in termini di g di CO2 equiv . per assicurarci la quantità di nutrienti richiesti giornalmente per il buon funzionamento dell’ organismo (anziché per kg di prodotto ), l’impatto ambientale dei prodotti animali potrebbe risultare meno perdente rispetto a quello dei prodotti di origine vegetale. In pratica, se considerassimo 1000mg di calcio (quantità adeguata) ed esprimessimo i g CO2 equiv/ 1000mg di calcio, la quantità di CO2 per assicurare all’organismo tale quantità di calcio solo da acqua e fonti vegetali potrebbe risultare anche più alta che non da fonti animali come il latte e i formaggi.

Diventa quindi prioritario per le ricerche future determinare il punto di equilibrio tra necessità nutrizionali e impatto ambientale (Green House Gas Emissions (GHGE), che comprende CO2, CH4, N2O).

Ovviamente ci sono “molti sforzi in corso” per modificare le pratiche agricole e di allevamento e per ridurre pertanto il costo ambientale dei processi di trasformazione.

Molti produttori Italiani stanno rivolgendo grandi attenzione e risorse per promuovere il benessere animale, ridurre impatto ambientale e gli sprechi nei processi di trasformazione. Importanti progetti sono stati fatti e sono in corso per studiare nuovi imballi riciclabili o da materiale riciclato, per promuovere progetti di economia circolare.

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE, EVENTI AND FUTURE, Tecnologia a confronto

ECOMONDO _26/29 Ottobre 2021 _Evento di riferimento per l’innovazione tecnologica e industriale.

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Bioeconomia circolare

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE

Impennata dei costi per energie e materie prime, l’autunno si profila bollente

La transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

L’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime freneranno l’economia, ripercuotendosi sulle tasche dei consumatori e minacciando la competitività dei settori produttivi. Un blocco alla ripresa, che l’Italia non può permettersi. Questo l’allarme lanciato in questa apertura di Ottobre in merito agli aumenti in atto.

L’Italia sconta un forte deficit energetico:

importiamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno.

L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

Occorre, tendere all’autosufficienza, valorizzando il settore agricolo anche nel suo ruolo di produttore di energia verde. In particolare il biometano è una grande opportunità per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione, diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole e utilizzando la rete gas come vettore di energia rinnovabile.

La crescita dei costi delle materie prime, dal mais alla soia, dall’acciaio ai fertilizzanti, che va dal 20 al 60% è un forte campanello di allarme perché siamo fortemente dipendenti dall’estero.

Il rischio concreto –  è quello di una forte impennata dei prezzi alla fonte e al consumo già a partire dall’autunno e si deve agire velocemente con politiche a salvaguardia della competitività.

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