STAINLESS STEEL TANKS and advanced equipment

Yearly: 2021

BG CONCEPT

A Very Special Christmas

Cari Clienti, partner, fornitori...

Con gratitudine per la vostra collaborazione affidabile,
BG Cisterne

Cari colleghi, clienti, partner, a Voi tutti…

La BG Cisterne invia le sue congratulazioni per il nuovo anno ai partner ai professionisti del loro campo, senza il cui aiuto sarebbe molto più difficile per noi gestire la nostra attività. Cogliendo questa opportunità, desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine per un rapporto affidabile e duraturo.

In questo significativo periodo, in cui tutti riassumiamo e valutiamo i risultati delle attività realizzate nel corso dell’anno, guardando si spera al 2022, vorremmo augurarvi uno stato d’animo ottimista, un piacevole e pieno riposo nella cerchia di chi è cara, un’enorme carica di energia per nuove vittorie congiunte …

Sinceri Auguri di Buon Natale e sereno 2022

AMBIENTE SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE

BG è nota per prodotti e processi produttivi che consentono di salvaguardare l’ambiente e le risorse. Risparmio di risorse per noi significa raggiungere il massimo beneficio di produzione e di servizio, con la più bassa spesa energetica e di materiali. Anche in futuro, la costruzione di prodotti ad alta efficienza energetica sarà uno dei nostri principali obiettivi di sviluppo.

La cultura dell’innovazione profondamente ancorata su tutti i livelli assicura la competitività della società e quindi il suo futuro. Continuamente supportato dal management BG.  Il comportamento, i valori e le conoscenze sono orientati a produrre un terreno fertile per le innovazioni. L’innovazione e lo sviluppo del prodotto saranno garantiti da uno studio di mercato mirato ad individuare i requisiti e le tendenze attuali che guiderà le scelte manageriali sui prodotti.

I prodotti con un notevole potenziale innovativo saranno sviluppati e presentati sul mercato a breve termine.

VISION 2022 UN APPROCCIO SISTEMATICO ALLA CRESCITA

Il 2020 è stato un anno impegnativo, iniziato e segnato dalla comparsa del Covid-19, con ciò che ha comportato per noi come per molte altre realtà imprenditoriali, da un punto di vista economico ed organizzativo . Ciononostante siamo stati soddisfatti dai risultati ottenuti e ci apprestiamo quindi ad esporre toccando i punti più importanti di quest’anno e gli obiettivi per il futuro.

Nonostante il crescente numero di aziende che richiede il nostro supporto, a livello di produzione e assistenza ci lasciamo alle spalle un anno imperniato maggiormente sul consolidamento del marketing e della comunicazione social tramite le nostre app, sulla serie dei nostri prodotti di punta già in corso di sviluppo. Passando ad un approccio progettuale di continuous research siamo in grado di mantenere costante il nostro contributo nei confronti dei clienti che desiderano potenziare il propro parco veicoli, garantendo a lungo termine una maggiore solidità economica.

BG Cisterne rimarrà anche in futuro un’azienda di proprietà familiare. Perché questo sia possibile è necessario che la società sia in grado di mantenere un profitto adeguato. In questo modo si garantirà alla società l’indipendenza decisionale. I nostri principali obiettivi saranno la crescita nelle quote di mercato e la riduzione degli sprechi.  

Le strategie di crescita di BG Cisterne, prevedono l’estensione della gamma di prodotti, la produzione di macchine su specifica del cliente e la conquista di nuove aree di mercato.

Nelle attività strategiche e operative, BG Cisterne opera nel quadro delle norme della responsabilità sociale d’impresa (RSI), osservando le responsabilità in termini economici, normativi ed etici, attiva nel campo della sostenibilità ne sta facendo un proprio cavallo di battaglia.

#BGSOSTENIBILMENTE, BG CONCEPT

CALA DEL 2% IL CONSUMO DI LATTE VACCINO, MENTRE QUELLO VEGETALE AUMENTA DELL’8%, MA È VERO LATTE? DOVE STA ANDANDO IL MERCATO?

In Italia sono ormai 12 milioni i consumatori che acquistano bevande vegetali, e il trend è in continua crescita.

In Italia sono ormai 12 milioni i consumatori che acquistano bevande vegetali, e il trend è in continua crescita.

Il 22,4 miliardi di dollari: questo il valore che raggiungerà il mercato globale del latte vegetale entro il 2025. Cifre da capogiro dovute ad un aumento annuale di circa l’11% delle bevande “milk sounding”. E anche in Italia il mercato è in linea con questo trend mondiale: oggi nel nostro Paese vengono consumati oltre 150 milioni di litri di latte vegetale, con una crescita che nel 2020 ha fatto segnare un +8,2% in volume e +7,5% in termini di valore. Ma il latte vegetale non è vero latte ed inoltre la crescita della popolazione mondiale prevista imporrà anche la ricerca di nuove produzioni oltre a quelle tradizionali.

Le bevande a base di soia, mandorle, avena e riso sono apparse nella maggior parte dei supermercati, etichettate come “latte” e commercializzate come più sane e sostenibili. I vegani e gli intolleranti al lattosio sono tra i principali consumatori, ma si stanno facendo sempre più strada anche i “flexitariani”, una nuova vera sfida. Il mercato sta assistendo a un notevole spostamento verso alternative lattiero-casearie vegetali e prive di animali; i mercati vegetali e flessibili possono offrire una soluzione sostenibile e affidabile quando si tratta di limitare l’impatto del processo di produzione alimentare sull’ambiente, ma ancora le alternative al latte mancano delle proprietà sensoriali e nutrizionali del vero latte, inclusi aminoacidi essenziali e proteine.

“La tipologia di latte vegetale più consumata è il latte di soia, con 52 milioni di litri consumati nel 2020. È poi seguito dal latte di riso e dal latte di mandorla– ha sottolineato Manila Bianchi, dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta –. I consumatori utilizzano abitualmente bevande alternative al latte principalmente per intolleranze o allergie, per piacere o per motivazioni etiche”.

Curiosità, moda e maggiore attenzione a quello che si compra hanno tuttavia dato un bel colpo all’industria lattiero-casearia “tradizionale”; questo apre naturalmente molti interrogativi su come si sta evolvendo il mercato e sulla reale percezione del consumatore rispetto alle produzioni zootecniche, che nei fatti sono sempre più sostenibili, senza considerare il fatto che l’unico vero latte è quello di origine animale.

Una filiera, quella del latte, che proprio in questi giorni si è riunita a Cremona in uno degli appuntamenti mondiali più importanti per il settore, in cui ha interpretato il ruolo di strumento per la visione del futuro del settore. Oltre 200 espositori dall’Italia e dall’estero, mostre zootecniche con più 470 capi iscritti, e un programma scientifico e culturale con 69 appuntamenti per affrontare tutti i temi più caldi del comparto agricolo e agroalimentare.

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

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Fiere Zootecniche: Cremona tornata capitale internazionale dell’allevamento

Con la manifestazione – leader nel Sistema Zootecnico di Alta Produttività in Italia e protagonista in Europa

Cremona torna capitale internazionale della zootecnia con l’edizione 2021 delle fiere zootecniche internazionali appena concluse nella sede di CremonaFiere. Un’edizione attesa, che prosegue una tradizione lunga quasi 80 anni, tornata in presenza piena dopo l’anno della pandemia e con una folta presenza internazionale.

Forte anche l’attenzione delle istituzioni, con la giornata inaugurale che – oltre alle istituzioni locali – ha visto l’intervento del ministro dell’agricoltura, Stefano Patuanelli, e del sottosegretario Gianmarco Centinaio. Ricco anche il calendario di convegni ed eventi, come le premiazioni dei campioni dell’allevamento, con un focus particolare alle tematiche della sostenibilità.

In questa intervista Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere, riassume l’importanza di questo evento per tutto il sistema allevatoriale italiano e delinea le prospettive future, che passano anche per sinergie con altri enti fieristici. Non poteva mancare un accenno anche al tema della sostenibilità del settore, al centro di numerosi eventi nella fiera.

VERSO IL GREEN DEAL EUROPEO: IL SETTORE AGRICOLO UE È L’UNICO AD AVERE ABBATTUTO LE EMISSIONI DI GAS SERRA (-20% DAL 1990) MA C’È ANCORA MOLTO DA FARE

L’agricoltura e la zootecnia sono settori strategici per affrontare la sfida del cambiamento climatico: a Cremona nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali, in programma fino a domani, si è discusso del ruolo del comparto tra nutrizione, sostenibilità e modelli produttivi

Cremona, 27 novembre 2021– I cambiamenti climatici sono senza dubbio la sfida più grande del nostro tempo, tuttavia rappresentano anche un’importante opportunità da cogliere per dare vita a un nuovo modello economico. Il Green Deal europeo si inserisce quindi in questo contesto come guida alla realizzazione di una trasformazione epocale. Tutti i 27 Stati membri hanno assunto l’impegno di fare dell’UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Ne hanno parlato durante un dibattito nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona: Piercristiano Brazzale, Presidente della Federazione Internazionale del Latte (FIL-IDF); Tiziano Fusar Poli, Presidente Confcooperative Cremona; Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale Confagricoltura; Giovanni Daghetta, Membro di Giunta nazionale e Presidente Cia Lombardia; Francesco Verrascina, Presidente Nazionale Coopagri; Corrado Cipollini, Rappresentante Agenzia ICE -Italian Trade & Investment Agency; Francesco Pallocca, Investment Promotion Expert UNIDO Italy ; Gian Domenico Auricchio, Presidente Assocamerestero. 

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Formaggi sostenibilità in gioco … UE : Un obiettivo raggiungibile, a partire dalla stalla.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano. L’obiettivo dell’iniziativa, denominata Life Ttgg (The Tough Get Going, cioè I duri cominciano a giocare), è di rendere più sostenibile la filiera produttiva dei formaggi. Una finalità di grande importanza per l’Europa, visto che circa la metà delle emissioni agricole è dovuta all’allevamento e il Vecchio continente, tra le principali aree del mondo per la produzione lattiero-casearia, ha finora fatto poco. L’analisi si è basata sul calcolo dell’impatto della filiera dei due principali formaggi duri Dop, in termini di volumi, dei paesi più rappresentativi sul fronte della produzione casearia: Italia a Francia. Per quanto riguarda l’Italia, la filiera analizzata è stata quella del Grana Padano, che impiega il 24% del latte munto nel paese, mentre per la Francia è stato preso in esame il Comté, prima Dop francese. Il lavoro condotto ha previsto il calcolo dell’impronta ambientale dei sistemi produttivi di questi formaggi, realizzato applicando la metodologia Product Environmental Footprint (Pef).

Il primo risultato emerso è che la fase con un peso ambientale maggiore è indubbiamente quella della stalla, da cui deriva circa il 91% dell’impatto sull’intera filiera. Entrando nel dettaglio, risulta poi che, all’interno della stalla, gli elementi più ‘pesanti’ dal punto di vista ambientale riguardano la produzione e l’acquisto del foraggio, responsabile di oltre la metà delle emissioni. Ha invece un impatto intermedio (34%) la gestione delle deiezioni e delle fermentazioni enteriche degli animali. È infine residuale il peso ambientale dell’approvvigionamento di acqua, energia e materiale da lettiera (7%).

Il settore lattiero-caseario europeo rappresenta uno dei principali player a livello mondiale sia in termini di importazioni che di esportazioni, oltre a creare benessere e lavoro nel territorio dell’Unione. Se si analizzano gli impatti ambientali del settore, non va sottovalutato il suo contributo al surriscaldamento globale (le emissioni da fermentazione enterica degli animali costituiscono il maggior contributo del settore agricolo con quasi il 40% delle emissioni totali).

L’Italia e la Francia sono grandi produttori europei di formaggio (la Francia detiene il secondo posto dopo la Germania, mentre l’Italia detiene il sesto posto dopo Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Paesi Bassi). Al fine di migliorare l’efficienza dei processi produttivi di formaggi italiani e francesi, analizzare e ridurre la loro impronta ambientale e ottenere una produzione e un consumo più sostenibili, sono necessarie soluzioni da mettere in atto nell’intera catena produttiva, senza dimenticare le fasi di consumo e la gestione dei rifiuti (lo spreco di prodotti alimentari per consumo umano sfiora percentuali molto alte, secondo alcuni studi fino ad un terzo della produzione).

La Commissione europea ha prodotto regole basate sull’approccio di valutazione del ciclo di vita per identificare gli “hot spots” nella catena produttiva che possono offrire opportunità sia per ridurre gli impatti ambientali, sia per migliorare l’efficienza e la produttività. La Commissione europea ha prodotto anche numerosi documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques) per le industrie alimentari, delle bevande e del latte.

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BG CONCEPT

INOSSIDABILE E NON SOLO…

BG … INOSSIDABILE nel tempo…

tecnologie e materiali

Introdotto intorno agli anni ’70 del secolo scorso al fianco di contenitori dei materiali piu diversi (cemento, legno, vetroresina, e di altri materiali, ormai scomparsi…) l’acciaio inossidabile è oggi presente in tutte le cisterne per le sue caratteristiche di idoneità alla lavorazione degli alimenti…

Per capire quali siano i fattori che possono fare di una cisterna in acciaio inox un manufatto di qualità superiore, dotato di caratteri di resi­stenza e igienicità, vi invitiamo a visitare lo stabilimento di Bg Cisterne guidati dalla titolare Giulia Boselli, che da tre generazioni produce cisterne per il trasporto e lo stoccaggio di liquidi alimentari.

UN MATERIALE IGIENICO A PROVA DI SPORCO

L’elevata inerzia chimica e la facili­tà di igienizzazione e sanificazione sono tra le principali caratteristiche che hanno decretato il successo e la diffusione dell’acciaio inossidabile negli stabilimenti alimentari. A que­ste si aggiugnono la scarsa neces­sità di manutenzione e la durata dell’inve­stimento nel tempo. L’igienicità di un materiale e la sua idoneità nel venire a contatto con gli alimenti (talvolta, dato il basso pH come nel caso del latte) dipendono dalla mancan­za di cessioni che ne modifichino il profilo organolettico, compositivo o tossicologico, dalla resistenza alla corrosione e all’uso dei detergenti e dei sanificanti, dalle caratteristiche di compattezza e assenza di poro­sità della superficie, dalla facilità di rimozione dei film organici di spor­co e microorganismi e dall’assenza di rivestimenti facilmente scalfibili o scheggiabili, che mettano l’ali­mento a contatto con un materiale meno idoneo.

Alla qualità dei materiali, che pos­sono poi differire per la composi­zione della lega, si vanno poi ad aggiungere nella costruzione del manufatto la scelta delle finiture, la progettazione della geometria e dei particolari costruttivi e le tecni­che di lavorazione, saldatura e in­stallazione, che nel loro complesso influiscono sulla qualità della cisterna, la sua resistenza e la stessa igienicità.

Per le cisterne prodotte da BG vengono utilizzati principlamente gli acciai detti austenitici Inox Aisi 304 e Aisi 316, quest’ultimo utilizzato soprat­tutto per le parti sottoposte a mag­giori sollecitazioni, oltre alle leghe L, Aisi 304 Le 316 L, a basso contenu-to in carbonio.

“Grazie all’esperienza in diversi settori alimentari come quello del latte o nel settore trasporto acqua -spiega Giulia Boselli – abbiamo deciso di puntare sulla pulizia e la lavabilità delle cisterne, grazie alla fi­nitura delle superfici con rugosità testata su una produzione ampia e consolidata, caratterizzata da lucidatura a specchio e “auto­pulente”.

UNA TECNICA DI COSTRUZIONE METICOLOSA

Particolare attenzione deve poi essere posto all’esecuzione e alla finitura delle saldature.Tutte le saldature quelle verticali e quelle circolari sono realizzate in atmosfera inerte per ridurre l’azione dell’ossigeno che ne provoca oltre che l’imbrunimento, una riduzione nella resistenza con rischio di perforazione. Inoltre continua l’imprenditrice Parmense in un secondo momento il cordone del materiale di giunzione viene lisciato e le saldature lucidata all’interno e satinata all’esterno per renderle del tutto omogenee con il resto della superfici in modo così da ridurre il rischio di deposito di sostanza organica e sporcizia.

Il montaggio degli accessori a filo parete interna e la forma delle cisterne sono tali da evitare la presenza di spazi, interstizi o ristagni, dove lo sporco possa depositarsi limitando la facilità di passaggio e lo scorrimento della soluzione di lavaggio.

L’obiettivo è ridurre l’uso dei detergenti più agressivi, che possono presentare un rischio per la sicurezza degli operatori, o quelli a base di cloro, il cui utilizzo, anche sulle superfici esterne comporta un rischio di corrosione localizzato dell’acciaio. “ La finitura laminata lucida BA” che si compone di tutti questi accorgimenti per migliorare l’igienicità dei serbatoi permette di sostituire ai detergente il solo uso dell’acqua calda a 70-80° con l’aggiunta di acqua ossigenata per la sanificazione. In questo modo non solo l’operatore non è costretto ad entrare nel serbatoio, ma grazie alle sue caratteristiche si ottiene un risparmio sensibile sui tempi di lavoro e sui consumi di acqua (ind. del30%) e di energia, oltre che una riduzione del rischio legato alla presenza di residui dei prodotti chimici utilizzati per la pulizia, sopratutto nelle valvole, che sono più difficili da raggiungere nei risciacqui.

L’igienicità di una materiale.

L’igienicità di un materiale, in generale, può essere definita come una serie di combinazioni coordinate dei seguenti parametri:

  • Resistenza alla corrosione
  • Assenza di qualunque rivestimento protettivo
  • Compattezza superficiale priva di porosità
  • Elevata removibilità batterica nei cicli di pulitura
  • Bassa ritentività batterica dopo i cicli di pulitura.

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I prodotti lattiero caseari sono sostenibili …

Il latte: un alimento sostenibile in una dieta sostenibile

sostenibilità e alimentazione

Oggi si parla moltissimo di alimenti sostenibili e di sistema alimentare sostenibile.

Nel 2010 la FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) ha dichiarato che per sistema alimentare sostenibile si intende un sistema in cui coesistono, sono rispettati e sono in equilibrio fra loro quattro pilastri portanti: nutrizione e salute, cultura, economia ed ambiente”.

Il settore agricolo influenza ed è a sua volta influenzato dalla salute in maniera diretta e indiretta. Direttamente attraverso la quantità e qualità del consumo di alimenti. Un consumo adeguato di cibo fornisce i nutrienti e i componenti alimentari necessari che gli esseri umani richiedono per una crescita e uno sviluppo sani necessari alla produttività quotidiana.

Una buona salute consente alle persone di ottimizzare tali nutrienti attraverso l’appetito, la digestione e il metabolismo e di contribuire all’agricoltura in termini di produttività e una serie di importanti servizi ecosistemici. L’aumento della produzione di alimenti a bassa densità di nutrienti e ad alto contenuto calorico sta contribuendo al carico di malnutrizione sia per difetto di nutrienti che per eccesso di peso. Ma anche lo stato di salute e lo sviluppo economico e sostenibilità ambientale sono indirettamente influenzati dagli effetti sull’occupazione, sul reddito e sulla prosperità economica, effetti positivi perché consentono alle persone uno stile di vita più sano, una maggiore capacità di spesa sanitaria.

Le diete caratterizzate da un elevato contenuto di alimenti vegetali e da un limitato contenuto di prodotti di origine animale, carni e carni trasformate, hanno un minore impatto sull’ambiente, e sulla salute rispetto alle diete più ricche di prodotti di origine animale. A parte la qualità del cibo introdotto è altrettanto importante considerare gli scarti e gli sprechi, sia in termini di alimenti che vengono buttati, sia in termini di calorie introdotte in maniera eccessiva.

La Dieta Mediterranea è uno stile di vita improntato alla frugalità alimentare con una preponderanza di prodotti vegetali (frutta fresca, ortaggi, verdure, legumi, cereali, frutta secca, olio d’oliva), che però non rinuncia a quelle quote di prodotti animali necessarie, senza eccedere, a coprire le inevitabili carenze di un modello completamente vegetale, e con un apporto energetico mai eccessivo rispetto al fabbisogno e ad un’adeguata attività fisica.

La dieta mediterranea è quindi un perfetto esempio di modello alimentare sostenibile, anzi forse il più sostenibile, per l’ambiente e per la salute. È stato calcolato [11] che la sola ottimizzazione qualitativa delle abitudini alimentari degli italiani, vale a dire il miglioramento della qualità della dieta, lasciando inalterato l’apporto calorico complessivo, comporterebbe un dimezzamento dell’impronta di carbonio (mediamente un risparmio di circa 800 grammi al giorno di CO2 Eq. per persona al giorno).

In Italia un adulto su due è in eccedenza ponderale, e ogni chilo di grasso corporeo corrisponde a circa 7600 kcal consumate oltre il fabbisogno. L’adeguamento delle calorie al fabbisogno energetico quindi comporterebbe un risparmio di emissioni di anidride carbonica enorme, oltre che ovviamente di salute. Per fare 1000 kcal di alimenti consumati in una dieta occidentale vengono prodotti circa 2,2 kg di CO2 negli Stati Uniti [12] o 1,6 in Italia [11].

Moltiplicando questi valori per ogni chilo di grasso in più per persona si avrebbe un risparmio enorme di gas clima alteranti e un risparmio enorme di malattie croniche. Il modello alimentare mediterraneo, con il suo alto apporto di frutta, vegetali, cereali integrali e legumi, oltre ad avere un minore impatto sull’ambiente e a fornire una gran quantità di nutrienti in poche calorie, è in grado di influire sulla sazietà riducendo così l’apporto calorico quotidiano con ricadute enormi dal punto di vista della salute dell’uomo, dell’ambiente e, non ultimo, anche del portafoglio.

IMPATTO AMBIENTALE

IL LATTE COME SI PONE ALL’INTERNO DI QUESTO SCENARIO?

La produzione di latte ha un impatto ambientale “medio”(FAO 2016), legato soprattutto alla produzione dell’alimento, in termini di suolo utilizzato per la produzione dei foraggi per il bestiame, di consumo di acqua, di emissioni di anidride carbonica e metano da parte dell’allevamento. Incidono anche ai processi di trasformazione, l’imballaggio e il trasporto dallo stabilimento di produzione alle nostre tavole.

Tutto questo secondo il sistema di misura attualmente in uso: g CO2 equiv/kg di prodotto. Probabilmente se cambiassimo la modalità di misurazione ovvero se ragionassimo in termini di g di CO2 equiv . per assicurarci la quantità di nutrienti richiesti giornalmente per il buon funzionamento dell’ organismo (anziché per kg di prodotto ), l’impatto ambientale dei prodotti animali potrebbe risultare meno perdente rispetto a quello dei prodotti di origine vegetale. In pratica, se considerassimo 1000mg di calcio (quantità adeguata) ed esprimessimo i g CO2 equiv/ 1000mg di calcio, la quantità di CO2 per assicurare all’organismo tale quantità di calcio solo da acqua e fonti vegetali potrebbe risultare anche più alta che non da fonti animali come il latte e i formaggi.

Diventa quindi prioritario per le ricerche future determinare il punto di equilibrio tra necessità nutrizionali e impatto ambientale (Green House Gas Emissions (GHGE), che comprende CO2, CH4, N2O).

Ovviamente ci sono “molti sforzi in corso” per modificare le pratiche agricole e di allevamento e per ridurre pertanto il costo ambientale dei processi di trasformazione.

Molti produttori Italiani stanno rivolgendo grandi attenzione e risorse per promuovere il benessere animale, ridurre impatto ambientale e gli sprechi nei processi di trasformazione. Importanti progetti sono stati fatti e sono in corso per studiare nuovi imballi riciclabili o da materiale riciclato, per promuovere progetti di economia circolare.

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE, EVENTI AND FUTURE, Tecnologia a confronto

ECOMONDO _26/29 Ottobre 2021 _Evento di riferimento per l’innovazione tecnologica e industriale.

ECOMONDO 2021_ Ecomondo è l'evento di riferimento per l'innovazione tecnologica e industriale.

Ecomondo riunisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare:

dall’eco-design e l’efficienza al riuso e la valorizzazione delle materie prime e dell’energia, la movimentazione e il sollevamento, la bonifica e la riqualificazione dei siti contaminati, la bioeconomia e le bioenergie, il ciclo integrato dell’acqua.In contemporanea a Ecomondo si svolge KEY ENERGY, la fiera dedicata all’energia, alle smart cities e alla mobilità sostenibile.

Aiutiamo le aziende a diventare leader mondiali nell’innovazione, favorendo lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale innovativo e sostenibile. Presidiamo tutta la filiera dell’economia circolare, dall’ecodesign ed efficienza al recupero e  valorizzazione di materia prima ed energia, ai trasporti, alle bonifiche e riqualificazione di aree contaminate (anche marine) favorendo il networking internazionale e la crescita delle aziende sui mercati di tutto il mondo.Un format innovativo
Evento di riferimento in Europa  per l’innovazione tecnologica e industriale. Una fiera internazionale con un format innovativo che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare: dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile.Sosteniamo lo sviluppo delle imprese
Aiutiamo le aziende a diventare leader mondiali nell’innovazione, favorendo lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale innovativo e sostenibile.Favoriamo il networking
Mettiamo in contatto le imprese con i più qualificati buyer nazionali e internazionali e lavoriamo tutto l’anno con una community profilata e con i massimi esperti dell’economia circolare.Cresciamo di anno in anno insieme alle aziende

  • + 23% di visite internazionali da 130 paesi
  • 109.500 Mq lordi di superficie espositiva
  • 1.160 espositori, il 15% provenienti da  30 Paesi nel mondo
  • 3.500 incontri B2B organizzati grazie alla piattaforma online 
  • Oltre 150 seminari e conferenze con più di 1.000 relatori
  • Più di 675 milioni contatti media

*i dati si riferiscono a Ecomondo 2019, ultima edizione in presenza

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Diamo spazio alle nuove priorità normative in campo di ricerca ed innovazione e alla formazione in ambito professionale; in collaborazione con associazioni industriali, ministeri, enti di ricerca, la Commissione Europea, l’OCSE, piattaforme tecnologiche europee e iniziative internazionali.

Progettiamo insieme a te un futuro migliore
Siamo l’unica piattaforma in Europa ad offrire un ampio programma di conferenze, workshop e seminari volti a presentare evidenze e nuovi trend, nazionali ed internazionali, legati all’economia circolare nelle diverse filiere, dall’ edilizia al packaging, dall’elettronica all’automotive.

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Presentiamo ogni anno le nuove priorità normative/regolatorie, di ricerca e formazione sul fronte dell’economia circolare, i nuovi processi, anche 4.0 e prodotti annessi alla sua adozione a livello industriale, nelle città e nei territori.
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  • Tecnologie e macchinari per il trattamento dei rifiuti urbani e industriali
  • Attrezzature e mezzi per la raccolta e trasporto rifiuti
  • Sistemi e contenitori per rifiuti
  • Macchinari e attrezzature per la movimentazione e il sollevamento dei rifiuti
  • Ecodesign e nuovi materiali
  • Servizi di riparazione e ripristino

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Bioeconomia circolare

  • Biobased industry
  • Bioenergie
  • Agrifood & Blue growth

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Bonifica e rischio idrogeologico

  • Bonifiche dei siti contaminati e riqualificazione
  • Rischio idrogeologico e prevenzione dalle calamità

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Acqua

  • Ciclo idrico integrato
  • Monitoraggio e digitalizzazione: acqua, aria, suolo

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EFFICIENZA ENERGETICA, ENERGIE RINNOVABILI, CITTÁ SOSTENIBILEIn contemporanea con Ecomondo si svolge Key Energy, una vetrina internazionale di tecnologie, servizi e soluzioni integrate per favorire ed accelerare il processo di transizione verso un’economia carbon-neutral.
Dalle fonti rinnovabili, all’accumulo, alla gestione efficiente dell’energia fino all’utilizzo delle tecnologie digitali e alla mobilità del futuro: KEY ENERGY è una vetrina completa di tecnologie e servizi per la decarbonizzazione dell’economia.
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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

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Impennata dei costi per energie e materie prime, l’autunno si profila bollente

La transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

L’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime freneranno l’economia, ripercuotendosi sulle tasche dei consumatori e minacciando la competitività dei settori produttivi. Un blocco alla ripresa, che l’Italia non può permettersi. Questo l’allarme lanciato in questa apertura di Ottobre in merito agli aumenti in atto.

L’Italia sconta un forte deficit energetico:

importiamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno.

L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

Occorre, tendere all’autosufficienza, valorizzando il settore agricolo anche nel suo ruolo di produttore di energia verde. In particolare il biometano è una grande opportunità per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione, diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole e utilizzando la rete gas come vettore di energia rinnovabile.

La crescita dei costi delle materie prime, dal mais alla soia, dall’acciaio ai fertilizzanti, che va dal 20 al 60% è un forte campanello di allarme perché siamo fortemente dipendenti dall’estero.

Il rischio concreto –  è quello di una forte impennata dei prezzi alla fonte e al consumo già a partire dall’autunno e si deve agire velocemente con politiche a salvaguardia della competitività.

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Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE, EVENTI AND FUTURE

YOUTH 4CLIMATE Milano 28-30 Settembre

Sviluppo sostenibile e tecnologia

Youth4Climate, l’evento organizzato dall’Italia nell’ambito dei lavori della Pre-Cop di Milano in preparazione alla Cop26 in programma a Glasgow per Novembre, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, il Premier Mario Draghi e le giovani attiviste Greta Thunberg e Vanessa Nakate.

Quasi 400 giovani provenienti da 197 Paesi membri dell’UNFCCC (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si sono dati appuntamento dal 28 al 30 settembre, a Milano, con l’obiettivo di elaborare un documento con proposte concrete sui temi più urgenti riguardanti la crisi climatica, in vista delle negoziazioni della Pre-Cop e dell’incontro cruciale di Glasgow. Ogni Stato era rappresentato da due ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, selezionati dall’Ufficio della Youth Envoy del Segretariato Generale delle Nazioni Unite.

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

Qual è il ruolo dell’Italia in ambito internazionale?

youth 4 climate

l’Italia deve avere un ruolo da leader in questo processo e in preparazione della Cop26 di Glasgow. Non solo perché è uno dei paesi dell’area “ricca” del mondo ma anche perché è incluso tra gli Stati che hanno un’economia forte e sono più aperti al dialogo e alla coesione. Il nostro Paese vorrà e dovrà assumere un ruolo di rilievo anche soltanto per aver ideato questa manifestazione e aver espresso la volontà di dare voce ai giovani e averli messi in comunicazione con gli esperti. Questo è già un sintomo che siamo sulla buona strada per cambiare le cose.

Tra le iniziative riportato nel documento, qual è la proposta più importante e significativa…

Sicuramente quella che ha fatto più scalpore è stata quella di abolire le emissioni dovute a utilizzo di combustibili fossili entro il 2030. La richiesta è stata avanzata da diversi gruppi, originari di diverse parti del mondo. Inizialmente doveva essere un’idea di un solo gruppo di lavoro, ma è stata subito condivisa da tutti gli altri. Sembra un obiettivo veramente molto ambizioso, ma il fatto che sia stato proposto e sostenuto da tutti i partecipanti significa che in tanti ci credono, che è un tema molto sentito e che deve essere considerato come una priorità.

Viviamo in una società democratica e la politica deve iniziare a interessarsi, interpretare e comprendere i dati della scienza. Solo così possiamo avere un cambiamento radicale. Le manifestazioni sono compiute da persone che si aggregano anche grazie alle nuove tecnologie e ormai siamo in un mondo interconnesso dove basta veramente poco per riunirci. Noi stessi, anche i più giovani, sentiamo sulla nostra pelle gli effetti del cambiamento climatico… per esempio nel mio paese non si è mai visto un ottobre così caldo da stare a maniche corte! Tutti ora sono molto più motivati a farsi sentire, che poi è la cosa importante. In Europa ora ci sono proposte di legge che cercano di cambiare lo stato delle cose, per esempio si sta iniziando a voler ridurre drasticamente l’uso della plastica. La politica sta facendo tanti passi avanti per questo, perché ci sono state persone che hanno avuto il coraggio di dire “No” e di far sentire la propria voce per ribadire che il mondo è anche nostro.(G.T)

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Gli obiettivi della strategia “Farm to Fork”

L'obiettivo della strategia Farm to Fork è ridurre queste cifre, garantendo che il sistema alimentare abbia un impatto neutro o positivo sull'ambiente senza sacrificare la sua resilienza, produttività o sicurezza.

La strategia Farm to Fork affronta quattro aree chiave della gestione della catena di approvvigionamento nell’industria alimentare: produzione, pratiche, consumo e rifiuti. All’interno di questo, presenta idee su come dovremo lavorare insieme per ottenere una migliore gestione dei quattro argomenti chiave, ad esempio come le diete future dovranno cambiare e come l’etichettatura obbligatoria potrebbe diventare la norma in cui le informazioni nutrizionali sulla parte anteriore della confezione oltre all’indicazione dell’origine.

Una sfida, forse la più urgente, è garantire che la transizione sia equa e non lasci indietro nessuno. Con il 65% degli adulti che lavorano a basso reddito in tutto il mondo che fanno affidamento sull’agricoltura per fare soldi (5) e con i raccolti già minacciati dal cambiamento climatico, la strategia cerca un equilibrio per garantire un sistema alimentare che preservi posti di lavoro, mezzi di sussistenza e tradizioni lungo la via.

La strategia si è prefissata di rendere il cibo più sostenibile e sano anche il più conveniente. Si sforza di fare della sostenibilità e delle emissioni zero un “marchio di fabbrica” ​​per le imprese e una scelta obbligata per i consumatori.

Saranno premiati agricoltori, pescatori, imprenditori e altri attori della filiera alimentare che si impegnano attivamente nel processo di transizione. Ad esempio, le pratiche agricole che rimuovono la CO2 dall’atmosfera saranno premiate tramite la politica agricola comune (PAC) (6) o altre iniziative simili. Attraverso la PAC, gli agricoltori riceveranno sussidi per la protezione della terra, dell’acqua, dell’aria, delle piante e della fauna selvatica, nonché per affrontare il cambiamento climatico.

Nel 2022 sarà inoltre attuata una nuova legislazione sul biologico (7) che mira a facilitare la transizione degli agricoltori convenzionali verso l’agricoltura rigenerativa. Questo spera di vedere i prodotti biologici diventare più facilmente disponibili, il tutto riducendo l’uso di pesticidi nocivi, riducendo le emissioni dall’agricoltura, diminuendo i tassi di erosione del suolo e aumentando la biodiversità.

L’agricoltura rigenerativa cerca anche di aumentare la materia organica nel suolo, il che lo rende maggiormente in grado di assorbire il carbonio dall’atmosfera, il che significa che ha il potenziale per ridurre il cambiamento climatico invece di contribuirvi. In effetti, lo scienziato del suolo e vincitore del World Food Prize 2020, il dottor Rattan Lal, afferma che aumentare il contenuto di carbonio del suolo mondiale di appena il 2% riporterebbe completamente i gas a effetto serra nell’atmosfera a livelli di sicurezza.

Il problema ambientale va dunque affrontato avendo una visione internazionale, senza limitarsi alla sola Unione europea. Poiché questa condizione è difficile da realizzare, si dovrebbe agire su altri fronti. Fra questi si elencano il progresso tecnologico, funzionale al miglioramento della sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Al contempo sarebbero necessarie politiche commerciali che scongiurino il pericolo di uno spostamento della produzione dalla Ue ai Paesi terzi. Indispensabile infine una differente politica di utilizzazione del suolo, accompagnata dalla introduzione in campo agricolo delle “quote carbonio”, alla stregua di quanto già fatto in altri settori. Rubando la battuta a un grande del ciclismo eroico del secolo scorso, si potrebbe dire “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”.

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

“Il modo in cui possiamo contribuire a combattere il cambiamento climatico è evitare la perdita e lo spreco di cibo, rendere il sistema alimentare più circolare e promuovere un cambiamento nella dieta”.