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CALA DEL 2% IL CONSUMO DI LATTE VACCINO, MENTRE QUELLO VEGETALE AUMENTA DELL’8%, MA È VERO LATTE? DOVE STA ANDANDO IL MERCATO?

In Italia sono ormai 12 milioni i consumatori che acquistano bevande vegetali, e il trend è in continua crescita.

In Italia sono ormai 12 milioni i consumatori che acquistano bevande vegetali, e il trend è in continua crescita.

Il 22,4 miliardi di dollari: questo il valore che raggiungerà il mercato globale del latte vegetale entro il 2025. Cifre da capogiro dovute ad un aumento annuale di circa l’11% delle bevande “milk sounding”. E anche in Italia il mercato è in linea con questo trend mondiale: oggi nel nostro Paese vengono consumati oltre 150 milioni di litri di latte vegetale, con una crescita che nel 2020 ha fatto segnare un +8,2% in volume e +7,5% in termini di valore. Ma il latte vegetale non è vero latte ed inoltre la crescita della popolazione mondiale prevista imporrà anche la ricerca di nuove produzioni oltre a quelle tradizionali.

Le bevande a base di soia, mandorle, avena e riso sono apparse nella maggior parte dei supermercati, etichettate come “latte” e commercializzate come più sane e sostenibili. I vegani e gli intolleranti al lattosio sono tra i principali consumatori, ma si stanno facendo sempre più strada anche i “flexitariani”, una nuova vera sfida. Il mercato sta assistendo a un notevole spostamento verso alternative lattiero-casearie vegetali e prive di animali; i mercati vegetali e flessibili possono offrire una soluzione sostenibile e affidabile quando si tratta di limitare l’impatto del processo di produzione alimentare sull’ambiente, ma ancora le alternative al latte mancano delle proprietà sensoriali e nutrizionali del vero latte, inclusi aminoacidi essenziali e proteine.

“La tipologia di latte vegetale più consumata è il latte di soia, con 52 milioni di litri consumati nel 2020. È poi seguito dal latte di riso e dal latte di mandorla– ha sottolineato Manila Bianchi, dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta –. I consumatori utilizzano abitualmente bevande alternative al latte principalmente per intolleranze o allergie, per piacere o per motivazioni etiche”.

Curiosità, moda e maggiore attenzione a quello che si compra hanno tuttavia dato un bel colpo all’industria lattiero-casearia “tradizionale”; questo apre naturalmente molti interrogativi su come si sta evolvendo il mercato e sulla reale percezione del consumatore rispetto alle produzioni zootecniche, che nei fatti sono sempre più sostenibili, senza considerare il fatto che l’unico vero latte è quello di origine animale.

Una filiera, quella del latte, che proprio in questi giorni si è riunita a Cremona in uno degli appuntamenti mondiali più importanti per il settore, in cui ha interpretato il ruolo di strumento per la visione del futuro del settore. Oltre 200 espositori dall’Italia e dall’estero, mostre zootecniche con più 470 capi iscritti, e un programma scientifico e culturale con 69 appuntamenti per affrontare tutti i temi più caldi del comparto agricolo e agroalimentare.

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Formaggi sostenibilità in gioco … UE : Un obiettivo raggiungibile, a partire dalla stalla.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano. L’obiettivo dell’iniziativa, denominata Life Ttgg (The Tough Get Going, cioè I duri cominciano a giocare), è di rendere più sostenibile la filiera produttiva dei formaggi. Una finalità di grande importanza per l’Europa, visto che circa la metà delle emissioni agricole è dovuta all’allevamento e il Vecchio continente, tra le principali aree del mondo per la produzione lattiero-casearia, ha finora fatto poco. L’analisi si è basata sul calcolo dell’impatto della filiera dei due principali formaggi duri Dop, in termini di volumi, dei paesi più rappresentativi sul fronte della produzione casearia: Italia a Francia. Per quanto riguarda l’Italia, la filiera analizzata è stata quella del Grana Padano, che impiega il 24% del latte munto nel paese, mentre per la Francia è stato preso in esame il Comté, prima Dop francese. Il lavoro condotto ha previsto il calcolo dell’impronta ambientale dei sistemi produttivi di questi formaggi, realizzato applicando la metodologia Product Environmental Footprint (Pef).

Il primo risultato emerso è che la fase con un peso ambientale maggiore è indubbiamente quella della stalla, da cui deriva circa il 91% dell’impatto sull’intera filiera. Entrando nel dettaglio, risulta poi che, all’interno della stalla, gli elementi più ‘pesanti’ dal punto di vista ambientale riguardano la produzione e l’acquisto del foraggio, responsabile di oltre la metà delle emissioni. Ha invece un impatto intermedio (34%) la gestione delle deiezioni e delle fermentazioni enteriche degli animali. È infine residuale il peso ambientale dell’approvvigionamento di acqua, energia e materiale da lettiera (7%).

Il settore lattiero-caseario europeo rappresenta uno dei principali player a livello mondiale sia in termini di importazioni che di esportazioni, oltre a creare benessere e lavoro nel territorio dell’Unione. Se si analizzano gli impatti ambientali del settore, non va sottovalutato il suo contributo al surriscaldamento globale (le emissioni da fermentazione enterica degli animali costituiscono il maggior contributo del settore agricolo con quasi il 40% delle emissioni totali).

L’Italia e la Francia sono grandi produttori europei di formaggio (la Francia detiene il secondo posto dopo la Germania, mentre l’Italia detiene il sesto posto dopo Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Paesi Bassi). Al fine di migliorare l’efficienza dei processi produttivi di formaggi italiani e francesi, analizzare e ridurre la loro impronta ambientale e ottenere una produzione e un consumo più sostenibili, sono necessarie soluzioni da mettere in atto nell’intera catena produttiva, senza dimenticare le fasi di consumo e la gestione dei rifiuti (lo spreco di prodotti alimentari per consumo umano sfiora percentuali molto alte, secondo alcuni studi fino ad un terzo della produzione).

La Commissione europea ha prodotto regole basate sull’approccio di valutazione del ciclo di vita per identificare gli “hot spots” nella catena produttiva che possono offrire opportunità sia per ridurre gli impatti ambientali, sia per migliorare l’efficienza e la produttività. La Commissione europea ha prodotto anche numerosi documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques) per le industrie alimentari, delle bevande e del latte.

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I prodotti lattiero caseari sono sostenibili …

Il latte: un alimento sostenibile in una dieta sostenibile

sostenibilità e alimentazione

Oggi si parla moltissimo di alimenti sostenibili e di sistema alimentare sostenibile.

Nel 2010 la FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) ha dichiarato che per sistema alimentare sostenibile si intende un sistema in cui coesistono, sono rispettati e sono in equilibrio fra loro quattro pilastri portanti: nutrizione e salute, cultura, economia ed ambiente”.

Il settore agricolo influenza ed è a sua volta influenzato dalla salute in maniera diretta e indiretta. Direttamente attraverso la quantità e qualità del consumo di alimenti. Un consumo adeguato di cibo fornisce i nutrienti e i componenti alimentari necessari che gli esseri umani richiedono per una crescita e uno sviluppo sani necessari alla produttività quotidiana.

Una buona salute consente alle persone di ottimizzare tali nutrienti attraverso l’appetito, la digestione e il metabolismo e di contribuire all’agricoltura in termini di produttività e una serie di importanti servizi ecosistemici. L’aumento della produzione di alimenti a bassa densità di nutrienti e ad alto contenuto calorico sta contribuendo al carico di malnutrizione sia per difetto di nutrienti che per eccesso di peso. Ma anche lo stato di salute e lo sviluppo economico e sostenibilità ambientale sono indirettamente influenzati dagli effetti sull’occupazione, sul reddito e sulla prosperità economica, effetti positivi perché consentono alle persone uno stile di vita più sano, una maggiore capacità di spesa sanitaria.

Le diete caratterizzate da un elevato contenuto di alimenti vegetali e da un limitato contenuto di prodotti di origine animale, carni e carni trasformate, hanno un minore impatto sull’ambiente, e sulla salute rispetto alle diete più ricche di prodotti di origine animale. A parte la qualità del cibo introdotto è altrettanto importante considerare gli scarti e gli sprechi, sia in termini di alimenti che vengono buttati, sia in termini di calorie introdotte in maniera eccessiva.

La Dieta Mediterranea è uno stile di vita improntato alla frugalità alimentare con una preponderanza di prodotti vegetali (frutta fresca, ortaggi, verdure, legumi, cereali, frutta secca, olio d’oliva), che però non rinuncia a quelle quote di prodotti animali necessarie, senza eccedere, a coprire le inevitabili carenze di un modello completamente vegetale, e con un apporto energetico mai eccessivo rispetto al fabbisogno e ad un’adeguata attività fisica.

La dieta mediterranea è quindi un perfetto esempio di modello alimentare sostenibile, anzi forse il più sostenibile, per l’ambiente e per la salute. È stato calcolato [11] che la sola ottimizzazione qualitativa delle abitudini alimentari degli italiani, vale a dire il miglioramento della qualità della dieta, lasciando inalterato l’apporto calorico complessivo, comporterebbe un dimezzamento dell’impronta di carbonio (mediamente un risparmio di circa 800 grammi al giorno di CO2 Eq. per persona al giorno).

In Italia un adulto su due è in eccedenza ponderale, e ogni chilo di grasso corporeo corrisponde a circa 7600 kcal consumate oltre il fabbisogno. L’adeguamento delle calorie al fabbisogno energetico quindi comporterebbe un risparmio di emissioni di anidride carbonica enorme, oltre che ovviamente di salute. Per fare 1000 kcal di alimenti consumati in una dieta occidentale vengono prodotti circa 2,2 kg di CO2 negli Stati Uniti [12] o 1,6 in Italia [11].

Moltiplicando questi valori per ogni chilo di grasso in più per persona si avrebbe un risparmio enorme di gas clima alteranti e un risparmio enorme di malattie croniche. Il modello alimentare mediterraneo, con il suo alto apporto di frutta, vegetali, cereali integrali e legumi, oltre ad avere un minore impatto sull’ambiente e a fornire una gran quantità di nutrienti in poche calorie, è in grado di influire sulla sazietà riducendo così l’apporto calorico quotidiano con ricadute enormi dal punto di vista della salute dell’uomo, dell’ambiente e, non ultimo, anche del portafoglio.

IMPATTO AMBIENTALE

IL LATTE COME SI PONE ALL’INTERNO DI QUESTO SCENARIO?

La produzione di latte ha un impatto ambientale “medio”(FAO 2016), legato soprattutto alla produzione dell’alimento, in termini di suolo utilizzato per la produzione dei foraggi per il bestiame, di consumo di acqua, di emissioni di anidride carbonica e metano da parte dell’allevamento. Incidono anche ai processi di trasformazione, l’imballaggio e il trasporto dallo stabilimento di produzione alle nostre tavole.

Tutto questo secondo il sistema di misura attualmente in uso: g CO2 equiv/kg di prodotto. Probabilmente se cambiassimo la modalità di misurazione ovvero se ragionassimo in termini di g di CO2 equiv . per assicurarci la quantità di nutrienti richiesti giornalmente per il buon funzionamento dell’ organismo (anziché per kg di prodotto ), l’impatto ambientale dei prodotti animali potrebbe risultare meno perdente rispetto a quello dei prodotti di origine vegetale. In pratica, se considerassimo 1000mg di calcio (quantità adeguata) ed esprimessimo i g CO2 equiv/ 1000mg di calcio, la quantità di CO2 per assicurare all’organismo tale quantità di calcio solo da acqua e fonti vegetali potrebbe risultare anche più alta che non da fonti animali come il latte e i formaggi.

Diventa quindi prioritario per le ricerche future determinare il punto di equilibrio tra necessità nutrizionali e impatto ambientale (Green House Gas Emissions (GHGE), che comprende CO2, CH4, N2O).

Ovviamente ci sono “molti sforzi in corso” per modificare le pratiche agricole e di allevamento e per ridurre pertanto il costo ambientale dei processi di trasformazione.

Molti produttori Italiani stanno rivolgendo grandi attenzione e risorse per promuovere il benessere animale, ridurre impatto ambientale e gli sprechi nei processi di trasformazione. Importanti progetti sono stati fatti e sono in corso per studiare nuovi imballi riciclabili o da materiale riciclato, per promuovere progetti di economia circolare.

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#BGSOSTENIBILMENTE, EVENTI AND FUTURE, Tecnologia a confronto

ECOMONDO _26/29 Ottobre 2021 _Evento di riferimento per l’innovazione tecnologica e industriale.

ECOMONDO 2021_ Ecomondo è l'evento di riferimento per l'innovazione tecnologica e industriale.

Ecomondo riunisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare:

dall’eco-design e l’efficienza al riuso e la valorizzazione delle materie prime e dell’energia, la movimentazione e il sollevamento, la bonifica e la riqualificazione dei siti contaminati, la bioeconomia e le bioenergie, il ciclo integrato dell’acqua.In contemporanea a Ecomondo si svolge KEY ENERGY, la fiera dedicata all’energia, alle smart cities e alla mobilità sostenibile.

Aiutiamo le aziende a diventare leader mondiali nell’innovazione, favorendo lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale innovativo e sostenibile. Presidiamo tutta la filiera dell’economia circolare, dall’ecodesign ed efficienza al recupero e  valorizzazione di materia prima ed energia, ai trasporti, alle bonifiche e riqualificazione di aree contaminate (anche marine) favorendo il networking internazionale e la crescita delle aziende sui mercati di tutto il mondo.Un format innovativo
Evento di riferimento in Europa  per l’innovazione tecnologica e industriale. Una fiera internazionale con un format innovativo che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare: dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile.Sosteniamo lo sviluppo delle imprese
Aiutiamo le aziende a diventare leader mondiali nell’innovazione, favorendo lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale innovativo e sostenibile.Favoriamo il networking
Mettiamo in contatto le imprese con i più qualificati buyer nazionali e internazionali e lavoriamo tutto l’anno con una community profilata e con i massimi esperti dell’economia circolare.Cresciamo di anno in anno insieme alle aziende

  • + 23% di visite internazionali da 130 paesi
  • 109.500 Mq lordi di superficie espositiva
  • 1.160 espositori, il 15% provenienti da  30 Paesi nel mondo
  • 3.500 incontri B2B organizzati grazie alla piattaforma online 
  • Oltre 150 seminari e conferenze con più di 1.000 relatori
  • Più di 675 milioni contatti media

*i dati si riferiscono a Ecomondo 2019, ultima edizione in presenza

Forniamo strumenti e informazioni per lo sviluppo delle imprese
Diamo spazio alle nuove priorità normative in campo di ricerca ed innovazione e alla formazione in ambito professionale; in collaborazione con associazioni industriali, ministeri, enti di ricerca, la Commissione Europea, l’OCSE, piattaforme tecnologiche europee e iniziative internazionali.

Progettiamo insieme a te un futuro migliore
Siamo l’unica piattaforma in Europa ad offrire un ampio programma di conferenze, workshop e seminari volti a presentare evidenze e nuovi trend, nazionali ed internazionali, legati all’economia circolare nelle diverse filiere, dall’ edilizia al packaging, dall’elettronica all’automotive.

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In un'unica piattaforma, tutti i settori dell'economia circolare

Dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile

Siamo un laboratorio permanente di idee, soluzioni e opportunità
Presentiamo ogni anno le nuove priorità normative/regolatorie, di ricerca e formazione sul fronte dell’economia circolare, i nuovi processi, anche 4.0 e prodotti annessi alla sua adozione a livello industriale, nelle città e nei territori.
In particolare, in collaborazione con associazioni industriali, ministeri ed altre istituzioni, enti di ricerca, la Commissione Europea e l’OCSE, vengono esaminate e discusse le principali novità, necessità, criticità ed opportunità nell’ambito del riuso e valorizzazione dei principali rifiuti tecnici e biologici (incluse le acque reflue), le materie prime alternative e l’ecodesign industriale, la bonifica e la riqualificazione delle aree contaminate, anche marine, e la bioeconomia.Presidiamo tutta la filiera dell’economia circolare
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  • Servizi per la gestione e valorizzazione integrata dei rifiuti
  • Tecnologie e macchinari per il trattamento dei rifiuti urbani e industriali
  • Attrezzature e mezzi per la raccolta e trasporto rifiuti
  • Sistemi e contenitori per rifiuti
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  • Ecodesign e nuovi materiali
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Bioeconomia circolare

  • Biobased industry
  • Bioenergie
  • Agrifood & Blue growth

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Bonifica e rischio idrogeologico

  • Bonifiche dei siti contaminati e riqualificazione
  • Rischio idrogeologico e prevenzione dalle calamità

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Acqua

  • Ciclo idrico integrato
  • Monitoraggio e digitalizzazione: acqua, aria, suolo

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EFFICIENZA ENERGETICA, ENERGIE RINNOVABILI, CITTÁ SOSTENIBILEIn contemporanea con Ecomondo si svolge Key Energy, una vetrina internazionale di tecnologie, servizi e soluzioni integrate per favorire ed accelerare il processo di transizione verso un’economia carbon-neutral.
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Impennata dei costi per energie e materie prime, l’autunno si profila bollente

La transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

L’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime freneranno l’economia, ripercuotendosi sulle tasche dei consumatori e minacciando la competitività dei settori produttivi. Un blocco alla ripresa, che l’Italia non può permettersi. Questo l’allarme lanciato in questa apertura di Ottobre in merito agli aumenti in atto.

L’Italia sconta un forte deficit energetico:

importiamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno.

L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.

Occorre, tendere all’autosufficienza, valorizzando il settore agricolo anche nel suo ruolo di produttore di energia verde. In particolare il biometano è una grande opportunità per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione, diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole e utilizzando la rete gas come vettore di energia rinnovabile.

La crescita dei costi delle materie prime, dal mais alla soia, dall’acciaio ai fertilizzanti, che va dal 20 al 60% è un forte campanello di allarme perché siamo fortemente dipendenti dall’estero.

Il rischio concreto –  è quello di una forte impennata dei prezzi alla fonte e al consumo già a partire dall’autunno e si deve agire velocemente con politiche a salvaguardia della competitività.

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#BGSOSTENIBILMENTE, EVENTI AND FUTURE

YOUTH 4CLIMATE Milano 28-30 Settembre

Sviluppo sostenibile e tecnologia

Youth4Climate, l’evento organizzato dall’Italia nell’ambito dei lavori della Pre-Cop di Milano in preparazione alla Cop26 in programma a Glasgow per Novembre, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, il Premier Mario Draghi e le giovani attiviste Greta Thunberg e Vanessa Nakate.

Quasi 400 giovani provenienti da 197 Paesi membri dell’UNFCCC (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si sono dati appuntamento dal 28 al 30 settembre, a Milano, con l’obiettivo di elaborare un documento con proposte concrete sui temi più urgenti riguardanti la crisi climatica, in vista delle negoziazioni della Pre-Cop e dell’incontro cruciale di Glasgow. Ogni Stato era rappresentato da due ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, selezionati dall’Ufficio della Youth Envoy del Segretariato Generale delle Nazioni Unite.

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Qual è il ruolo dell’Italia in ambito internazionale?

youth 4 climate

l’Italia deve avere un ruolo da leader in questo processo e in preparazione della Cop26 di Glasgow. Non solo perché è uno dei paesi dell’area “ricca” del mondo ma anche perché è incluso tra gli Stati che hanno un’economia forte e sono più aperti al dialogo e alla coesione. Il nostro Paese vorrà e dovrà assumere un ruolo di rilievo anche soltanto per aver ideato questa manifestazione e aver espresso la volontà di dare voce ai giovani e averli messi in comunicazione con gli esperti. Questo è già un sintomo che siamo sulla buona strada per cambiare le cose.

Tra le iniziative riportato nel documento, qual è la proposta più importante e significativa…

Sicuramente quella che ha fatto più scalpore è stata quella di abolire le emissioni dovute a utilizzo di combustibili fossili entro il 2030. La richiesta è stata avanzata da diversi gruppi, originari di diverse parti del mondo. Inizialmente doveva essere un’idea di un solo gruppo di lavoro, ma è stata subito condivisa da tutti gli altri. Sembra un obiettivo veramente molto ambizioso, ma il fatto che sia stato proposto e sostenuto da tutti i partecipanti significa che in tanti ci credono, che è un tema molto sentito e che deve essere considerato come una priorità.

Viviamo in una società democratica e la politica deve iniziare a interessarsi, interpretare e comprendere i dati della scienza. Solo così possiamo avere un cambiamento radicale. Le manifestazioni sono compiute da persone che si aggregano anche grazie alle nuove tecnologie e ormai siamo in un mondo interconnesso dove basta veramente poco per riunirci. Noi stessi, anche i più giovani, sentiamo sulla nostra pelle gli effetti del cambiamento climatico… per esempio nel mio paese non si è mai visto un ottobre così caldo da stare a maniche corte! Tutti ora sono molto più motivati a farsi sentire, che poi è la cosa importante. In Europa ora ci sono proposte di legge che cercano di cambiare lo stato delle cose, per esempio si sta iniziando a voler ridurre drasticamente l’uso della plastica. La politica sta facendo tanti passi avanti per questo, perché ci sono state persone che hanno avuto il coraggio di dire “No” e di far sentire la propria voce per ribadire che il mondo è anche nostro.(G.T)

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Gli obiettivi della strategia “Farm to Fork”

L'obiettivo della strategia Farm to Fork è ridurre queste cifre, garantendo che il sistema alimentare abbia un impatto neutro o positivo sull'ambiente senza sacrificare la sua resilienza, produttività o sicurezza.

La strategia Farm to Fork affronta quattro aree chiave della gestione della catena di approvvigionamento nell’industria alimentare: produzione, pratiche, consumo e rifiuti. All’interno di questo, presenta idee su come dovremo lavorare insieme per ottenere una migliore gestione dei quattro argomenti chiave, ad esempio come le diete future dovranno cambiare e come l’etichettatura obbligatoria potrebbe diventare la norma in cui le informazioni nutrizionali sulla parte anteriore della confezione oltre all’indicazione dell’origine.

Una sfida, forse la più urgente, è garantire che la transizione sia equa e non lasci indietro nessuno. Con il 65% degli adulti che lavorano a basso reddito in tutto il mondo che fanno affidamento sull’agricoltura per fare soldi (5) e con i raccolti già minacciati dal cambiamento climatico, la strategia cerca un equilibrio per garantire un sistema alimentare che preservi posti di lavoro, mezzi di sussistenza e tradizioni lungo la via.

La strategia si è prefissata di rendere il cibo più sostenibile e sano anche il più conveniente. Si sforza di fare della sostenibilità e delle emissioni zero un “marchio di fabbrica” ​​per le imprese e una scelta obbligata per i consumatori.

Saranno premiati agricoltori, pescatori, imprenditori e altri attori della filiera alimentare che si impegnano attivamente nel processo di transizione. Ad esempio, le pratiche agricole che rimuovono la CO2 dall’atmosfera saranno premiate tramite la politica agricola comune (PAC) (6) o altre iniziative simili. Attraverso la PAC, gli agricoltori riceveranno sussidi per la protezione della terra, dell’acqua, dell’aria, delle piante e della fauna selvatica, nonché per affrontare il cambiamento climatico.

Nel 2022 sarà inoltre attuata una nuova legislazione sul biologico (7) che mira a facilitare la transizione degli agricoltori convenzionali verso l’agricoltura rigenerativa. Questo spera di vedere i prodotti biologici diventare più facilmente disponibili, il tutto riducendo l’uso di pesticidi nocivi, riducendo le emissioni dall’agricoltura, diminuendo i tassi di erosione del suolo e aumentando la biodiversità.

L’agricoltura rigenerativa cerca anche di aumentare la materia organica nel suolo, il che lo rende maggiormente in grado di assorbire il carbonio dall’atmosfera, il che significa che ha il potenziale per ridurre il cambiamento climatico invece di contribuirvi. In effetti, lo scienziato del suolo e vincitore del World Food Prize 2020, il dottor Rattan Lal, afferma che aumentare il contenuto di carbonio del suolo mondiale di appena il 2% riporterebbe completamente i gas a effetto serra nell’atmosfera a livelli di sicurezza.

Il problema ambientale va dunque affrontato avendo una visione internazionale, senza limitarsi alla sola Unione europea. Poiché questa condizione è difficile da realizzare, si dovrebbe agire su altri fronti. Fra questi si elencano il progresso tecnologico, funzionale al miglioramento della sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Al contempo sarebbero necessarie politiche commerciali che scongiurino il pericolo di uno spostamento della produzione dalla Ue ai Paesi terzi. Indispensabile infine una differente politica di utilizzazione del suolo, accompagnata dalla introduzione in campo agricolo delle “quote carbonio”, alla stregua di quanto già fatto in altri settori. Rubando la battuta a un grande del ciclismo eroico del secolo scorso, si potrebbe dire “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”.

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“Il modo in cui possiamo contribuire a combattere il cambiamento climatico è evitare la perdita e lo spreco di cibo, rendere il sistema alimentare più circolare e promuovere un cambiamento nella dieta”.

#BGSOSTENIBILMENTE, Agroalimentare Italiano, cibus, EVENTI AND FUTURE

In programma a Parma dal 31 agosto al 3 settembre 2021, Cibus, il Salone Internazionale dedicato al F&B Made in Italy.

Cibus rappresenta la fiera della Ripartenza per l’agroalimentare italiano ...

La XX° edizione di Cibus 2021, Salone Internazionale dell’Alimentazione, sarà la fiera della ripartenza dell’agroalimentare italiano, la prima vetrina dell’anno per il food&beverage nazionale. Saranno esposti i nuovi prodotti che traineranno la ripresa dei consumi interni e dell’export internazionale, in tutte le merceologie: dai salumi ai formaggi, dalla pasta al pomodoro, dall’olio ai prodotti da forno, dal beverage al grocery, dai surgelati ai prodotti locali, e altro ancora.

Dopo attente consultazioni con i protagonisti del settore, buyer ed espositori in primis, Fiere di Parma e Federalimentare hanno fissato le date di Cibus 2021 che si terrà nella prima settimana di settembre, da martedì 31 agosto a venerdì 3 settembre. Alla decisione ha concorso anche una valutazione sul processo di vaccinazione in Italia e l’organizzazione dei corridoi aerei per i buyer esteri. Inoltre per garantire la massima sicurezza a tutti partecipanti della manifestazione il team di Cibus sta predisponendo un protocollo sanitario preventivo che risponda ai più alti standard richiesti al fine di garantire la sicurezza per visitatori ed espositori.

La riapertura di Cibus coincide con una ripresa dell’export dell’agroalimentare: i dati Istat, elaborati da Federalimentare, già riferiscono di una sostanziale tenuta nel 2020 (+0,1% nei primi 10 mesi del 2020), che dovrebbe evolvere in una crescita significativa nel primo semestre 2021. Un dato che lascia ben sperare su un cospicuo afflusso di buyer internazionali, tanto che è stato allocato un budget record per favorire l’incoming (viaggi e permanenza dei buyer esteri).

La fiera rappresenterà dunque un’occasione per analizzare i grandi cambiamenti accelerati dalla pandemia, sia a livello produttivo sia a livello di consumi.

Gli eventi e i convegni associati alla manifestazione saranno organizzati in una cornice unica e coerente, chiamata “Cibus Forum”, anche per sottolineare la continuità con quanto elaborato nello scorso Cibus Forum del settembre 2020. I temi coinvolgeranno sia la ripresa dei consumi e i cambiamenti nei processi di distribuzione ed acquisto con particolare attenzione al tema dell’innovazione e della multicanalità.

Cibus 2021 ospiterà un convegno per presentare le ” best practices ” di prodotti certificati italiani ed internazionali che contribuiscono ad un’alfabetizzazione del gusto nei territori e che costituiscono un importante traino per l’export e i consumi nella GDO. All’attività convegnistica si accompagnerà un’area espositiva volta alla valorizzazione di prodotti certificati internazionali, interrogandosi sulla possibilità di individuare disciplinari e caratteristiche minime comuni per le certificazioni d’origine.

In questi lunghi mesi di emergenza sanitaria l’industria alimentare italiana ha dimostrato di avere un peso decisivo per l’economia italiana, rappresentando la prima filiera economica del Paese e generando il più alto valore aggiunto. Questa posizione di primato nell’economia italiana è fortemente trainata dal ruolo dell’export dei prodotti food Made in Italy.

A Cibus 2021 sono attese circa tremila aziende espositrici italiane, e saranno presenti tutti gli attori della filiera agroalimentare …

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#BGSOSTENIBILMENTE, Focus:Acqua

Un futuro sostenibile riguarda principalmente l’acqua. Parole chiave tecnologia e sostenibilità

Le tecnologie per salvare il Pianeta

L’acqua rappresenta ormai il grande integratore, il motore del sistema”. Oggi le risorse idriche sono al centro di tutte le grandi questioni del nostro tempo: sostenibilità, crisi economiche, povertà, infrastrutture, ruolo dello stato, ruolo delle aziende. Oggi i maggiori conflitti causati dalla necessità di approvvigionarsi di acqua, si estendono in tutto il mondo. Come fare quindi per garantire accesso a tutti all’acqua? Quali sono le tecnologie emergenti che possono aiutare noi e il pianeta per un futuro sostenibile?

Quali sono gli step fondamentali..

Riciclare l’acqua: sistemi che garantiscono una fase di riciclo più efficace.

La sostenibilità ha inizio con il riciclo, anche per l’acqua. Le innovazioni legate all’utilizzo di sistemi filtranti come membrane, per migliorarne resa, durata e funzionalità, sono quelle che si stanno rivelando più promettenti per evitare la dispersione dell’acqua dopo l’utilizzo. Molte aziende che si muovono verso il cambiamento stanno iniziando ad adottare i nuovi sistemi detti a membrana, tecnologia che sostituisce la fase convenzionale di sedimentazione e permette il riuso delle acque reflue. Le nuove tecnologie stanno trasformando in un’opportunità quello che fino a poco tempo fa era un problema: lo smaltimento dei residui delle operazioni di trattamento e purificazione. Nuove tecniche di filtrazione avanzata  consentono infatti di separare minerali e metalli dai fanghi per renderli di nuovo disponibili o di utilizzare le biomasse come fonti di energia.

I passi verso un’economia a costo zero si stanno muovendo per diventare realtà.

Ridurre gli sprechi: ripensare all’utilizzo in agricoltura.

Oggi il 70% dell’acqua è usato in agricoltura. Diventa quindi cruciale produrre più cibo con meno acqua, perché nei prossimi anni la crescita della popolazione mondiale comporterà un inevitabile aumento della domanda di cibo, che non potrà però essere accompagnata da un parallelo ed esponenziale consumo di acqua a fini agricoli. L’agricoltura si sta quindi attrezzando per ripensare il proprio sistema produttivo. In questo ambito riveste notevole importanza la cosiddetta “agricoltura di precisione”, che utilizza un elevato numero di dati, al fine di incrementare la produttività del suolo, riducendo nel contempo gli impatti sull’ecosistema. Uno degli elementi più importanti dello “smart farming” è rappresentato dall’irrigazione: grazie alle nuove tecnologie è possibile risparmiare acqua con metodi di irrigazione predittivi basati sulle condizioni di temperatura, umidità e caratteristiche del suolo.

Controllare i consumi: smart metering

Lo smart metering o controllo dei consumi è il principio che sta alla base dei contatori intelligenti e che consente di attuare strategie di efficienza energetica, già presente per i consumi relativi all’energia, può cambiare in maniera radicale le modalità di consumo dell’acqua. Nelle abitazioni connesse con la fornitura d’acqua diventa un sistema di pianificazione ed uso intelligente di questo bene. Il funzionamento prevede la scelta programmata delle ore di consumo e della quantità necessaria di acqua, consentendo ai fornitori di pianificare l’intera relazione di fornitura con il cliente, con strategie di offerta mirate, simili a quelle utilizzate nel campo delle telecomunicazioni. Le previsioni  sull’installazione dello smart metering fanno ben sperare per i numeri si prevede che nel 2022 saranno installati 1,2 miliardi di smart meter legati al consumo dell’acqua, superando la quantità di quelli relativi al gas e all’elettricità.

Acqua e informatica: il mix vincente per il futuro

Anche il futuro dell’acqua sarà sempre più basato sulla raccolta ed elaborazione di dati mediante dispositivi data driven. Sono quattro le aree principali in cui le risorse idriche saranno costantemente monitorate

  • i flussi, le concentrazioni chimiche e i risultati di laboratorio,
  • le informazioni sull’utilizzo (civile, industriale o in agricoltura),
  • i dati sulla infrastruttura di rete,
  • le informazioni sullo scenario.

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE, Focus:Acqua

Rapidità, qualità, efficienza al servizio del cliente dal 1987

Acqua potabile dove e quando serve ... trasporti Cento.

Trasporti Cento nasce nel 1987 e da allora si fa apprezzare per la capacità di dare pronte risposte alle esigenze di mobilità nel settore del trasporto di liquidi alimentari e per altri servizi svolti con competenza.

Lo sviluppo dell’azienda è stato supportato dalla capacità dirigenziale di cogliere tutte le opportunità di miglioramento che, oltre a favorirne il processo di crescita, ha consentito di consolidare la fiducia della propria clientela, nel pieno rispetto e tempestivo adeguamento alle normative del settore di riferimento. La conseguente acquisizione di clienti prestigiosi ha conferito all’azienda una crescente reputazione in termini di professionalità, affidabilità e competitività.

La società vanta l’ottenimento della certificazione del proprio Sistema di Gestione della Qualità, in conformità alla Norma UNI EN ISO 9001:2015.

Trasporto acqua potabile

Il servizio di trasporto acqua potabile è gestito in modo professionale con mezzi adeguati e certificati (attestazione di carrozzeria per il trasporto di derrate deteriorabili). Nell’ottica di rispondere alle esigenze dei propri clienti, Trasporti Cento offre un servizio di approvvigionamento di acqua potabile completo ed affidabile.

Trasporto liquidi alimentari

L’Azienda negli anni si è specialzzata nel trasporto di acqua potabile sia per enti pubblici che per utenti privati. Con la flotta di mezzi a disposizione riesce a soddisfare ogni richiesta da 9 m³ a 30 m³, 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno.

La massima attenzione al cliente, unita ad un servizio flessibile ed affidabile, ci rendono capaci di soddisfare ogni esigenza. In un’ottica di miglioramento continuo delle attività, svolgiamo periodicamente ricerche di mercato per tenerci costantemente aggiornati sulle nuove tendenze che in esso si muovono per poter rispondere nella maniera più efficace possibile sia ai clienti ma anche ai fornitori.
Lavoriamo principalmente nel settore del del latte e dei suoi derivati, ma la nostra conoscenza decennale ci permette di poter operare con molti altri prodotti liquidi del campo alimentare (acqua, latte, vino, etc).

Puntiamo a diventare vostro cliente o fornitore, a seconda del materie prime da voi trattate, di latte intero crudo o pastorizzato, parzialmente scremato e scremato.

Riempimento piscine

Con il servizio di riempimento piscine, rapido e funzionale, siamo in grado di raggiungere la vostra piscina ovunque essa sia, in quei momenti della stagione estiva in cui l’acqua proveniente dalle condutture idriche è regolata da normative che ne vietano l’utilizzo per pratiche che non siano strettamente necessarie, evitandone lo spreco.

La nostra forza è quella, in momenti di siccità o impossibilità di utilizzo della fornitura data dagli acquedotti di poter risolvere il problema dandovi la soluzione che desiderate nel più breve tempo possibile tenendo conto di regolamenti e leggi in materia di trasporto dell’acqua potabile.

Analogamente eseguiamo il servizio di riempimento serbatoi sia per utenti privati che per aziende adattandosi alle esigenze di capacità volumetrica grazie alla nostra estesa flotta di automezzi.

Servizi

  • Trasporto acqua

  • Trasporto vino, olio e latte

  • Trasporto automezzi

  • Sanificazione e disinfezione

Trasporto liquidi alimentari

Il numeroso parco di veicoli della nostra azienda consiste di autocisterne provviste di pompa di carico e scarico, con capacità che vanno da 9000 a 32000 litri. Le cisterne sono costruite interamente in acciaio inox e dotate di coibentazione isotermica, quindi idonee a contenere liquidi alimentari in regime di temperatura controllata ATP (ai sensi del D.M. 21/03/1973, successivamente modificato in gazzetta ufficiale N. 104 il 20/04/1973), garantendo la protezione della qualità e la sicurezza del prodotto.

Trasporto mezzi pesanti

Siamo specializzati nello spostamento di carichi, mezzi e attrezzature pesanti oltre che nel soccorso stradale. L’azienda dispone delle specifiche autorizzazioni al trasporto eccezionale che svolge grazie al proprio parco veicolare, comprensivo di semirimorchi allungabili e surbassati, con altezza da terra di 40 cm. Siamo in grado di eseguire trasporti di carichi particolarmente ingombranti come autocarri, trattori, attrezzature e imbarcazioni.

Sanificazione degli ambienti

La nostra società è anche specializzata nei processi di sanificazione e disinfezione tramite strumenti all’avanguardia e prodotti selezionati. Abbiamo la capacità di rispondere in modo efficace alle necessità di sanificare dai virus le aree aperte e chiuse. Tramite la nostra flotta di autocisterne di qualsivoglia dimensione, offriamo un servizio di lavaggio con prodotti idonei

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