STAINLESS STEEL TANKS and advanced equipment

Monthly: Novembre 2021

BG CONCEPT

Fiere Zootecniche: Cremona tornata capitale internazionale dell’allevamento

Con la manifestazione – leader nel Sistema Zootecnico di Alta Produttività in Italia e protagonista in Europa

Cremona torna capitale internazionale della zootecnia con l’edizione 2021 delle fiere zootecniche internazionali appena concluse nella sede di CremonaFiere. Un’edizione attesa, che prosegue una tradizione lunga quasi 80 anni, tornata in presenza piena dopo l’anno della pandemia e con una folta presenza internazionale.

Forte anche l’attenzione delle istituzioni, con la giornata inaugurale che – oltre alle istituzioni locali – ha visto l’intervento del ministro dell’agricoltura, Stefano Patuanelli, e del sottosegretario Gianmarco Centinaio. Ricco anche il calendario di convegni ed eventi, come le premiazioni dei campioni dell’allevamento, con un focus particolare alle tematiche della sostenibilità.

In questa intervista Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere, riassume l’importanza di questo evento per tutto il sistema allevatoriale italiano e delinea le prospettive future, che passano anche per sinergie con altri enti fieristici. Non poteva mancare un accenno anche al tema della sostenibilità del settore, al centro di numerosi eventi nella fiera.

VERSO IL GREEN DEAL EUROPEO: IL SETTORE AGRICOLO UE È L’UNICO AD AVERE ABBATTUTO LE EMISSIONI DI GAS SERRA (-20% DAL 1990) MA C’È ANCORA MOLTO DA FARE

L’agricoltura e la zootecnia sono settori strategici per affrontare la sfida del cambiamento climatico: a Cremona nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali, in programma fino a domani, si è discusso del ruolo del comparto tra nutrizione, sostenibilità e modelli produttivi

Cremona, 27 novembre 2021– I cambiamenti climatici sono senza dubbio la sfida più grande del nostro tempo, tuttavia rappresentano anche un’importante opportunità da cogliere per dare vita a un nuovo modello economico. Il Green Deal europeo si inserisce quindi in questo contesto come guida alla realizzazione di una trasformazione epocale. Tutti i 27 Stati membri hanno assunto l’impegno di fare dell’UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Ne hanno parlato durante un dibattito nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona: Piercristiano Brazzale, Presidente della Federazione Internazionale del Latte (FIL-IDF); Tiziano Fusar Poli, Presidente Confcooperative Cremona; Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale Confagricoltura; Giovanni Daghetta, Membro di Giunta nazionale e Presidente Cia Lombardia; Francesco Verrascina, Presidente Nazionale Coopagri; Corrado Cipollini, Rappresentante Agenzia ICE -Italian Trade & Investment Agency; Francesco Pallocca, Investment Promotion Expert UNIDO Italy ; Gian Domenico Auricchio, Presidente Assocamerestero. 

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LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

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Formaggi sostenibilità in gioco … UE : Un obiettivo raggiungibile, a partire dalla stalla.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano.

Uno studio finanziato per oltre la metà dall’Unione europea ha permesso di calcolare in maniera dettagliata l’impatto delle varie fasi produttive del Grana Padano. L’obiettivo dell’iniziativa, denominata Life Ttgg (The Tough Get Going, cioè I duri cominciano a giocare), è di rendere più sostenibile la filiera produttiva dei formaggi. Una finalità di grande importanza per l’Europa, visto che circa la metà delle emissioni agricole è dovuta all’allevamento e il Vecchio continente, tra le principali aree del mondo per la produzione lattiero-casearia, ha finora fatto poco. L’analisi si è basata sul calcolo dell’impatto della filiera dei due principali formaggi duri Dop, in termini di volumi, dei paesi più rappresentativi sul fronte della produzione casearia: Italia a Francia. Per quanto riguarda l’Italia, la filiera analizzata è stata quella del Grana Padano, che impiega il 24% del latte munto nel paese, mentre per la Francia è stato preso in esame il Comté, prima Dop francese. Il lavoro condotto ha previsto il calcolo dell’impronta ambientale dei sistemi produttivi di questi formaggi, realizzato applicando la metodologia Product Environmental Footprint (Pef).

Il primo risultato emerso è che la fase con un peso ambientale maggiore è indubbiamente quella della stalla, da cui deriva circa il 91% dell’impatto sull’intera filiera. Entrando nel dettaglio, risulta poi che, all’interno della stalla, gli elementi più ‘pesanti’ dal punto di vista ambientale riguardano la produzione e l’acquisto del foraggio, responsabile di oltre la metà delle emissioni. Ha invece un impatto intermedio (34%) la gestione delle deiezioni e delle fermentazioni enteriche degli animali. È infine residuale il peso ambientale dell’approvvigionamento di acqua, energia e materiale da lettiera (7%).

Il settore lattiero-caseario europeo rappresenta uno dei principali player a livello mondiale sia in termini di importazioni che di esportazioni, oltre a creare benessere e lavoro nel territorio dell’Unione. Se si analizzano gli impatti ambientali del settore, non va sottovalutato il suo contributo al surriscaldamento globale (le emissioni da fermentazione enterica degli animali costituiscono il maggior contributo del settore agricolo con quasi il 40% delle emissioni totali).

L’Italia e la Francia sono grandi produttori europei di formaggio (la Francia detiene il secondo posto dopo la Germania, mentre l’Italia detiene il sesto posto dopo Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Paesi Bassi). Al fine di migliorare l’efficienza dei processi produttivi di formaggi italiani e francesi, analizzare e ridurre la loro impronta ambientale e ottenere una produzione e un consumo più sostenibili, sono necessarie soluzioni da mettere in atto nell’intera catena produttiva, senza dimenticare le fasi di consumo e la gestione dei rifiuti (lo spreco di prodotti alimentari per consumo umano sfiora percentuali molto alte, secondo alcuni studi fino ad un terzo della produzione).

La Commissione europea ha prodotto regole basate sull’approccio di valutazione del ciclo di vita per identificare gli “hot spots” nella catena produttiva che possono offrire opportunità sia per ridurre gli impatti ambientali, sia per migliorare l’efficienza e la produttività. La Commissione europea ha prodotto anche numerosi documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques) per le industrie alimentari, delle bevande e del latte.

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INOSSIDABILE E NON SOLO…

BG … INOSSIDABILE nel tempo…

tecnologie e materiali

Introdotto intorno agli anni ’70 del secolo scorso al fianco di contenitori dei materiali piu diversi (cemento, legno, vetroresina, e di altri materiali, ormai scomparsi…) l’acciaio inossidabile è oggi presente in tutte le cisterne per le sue caratteristiche di idoneità alla lavorazione degli alimenti…

Per capire quali siano i fattori che possono fare di una cisterna in acciaio inox un manufatto di qualità superiore, dotato di caratteri di resi­stenza e igienicità, vi invitiamo a visitare lo stabilimento di Bg Cisterne guidati dalla titolare Giulia Boselli, che da tre generazioni produce cisterne per il trasporto e lo stoccaggio di liquidi alimentari.

UN MATERIALE IGIENICO A PROVA DI SPORCO

L’elevata inerzia chimica e la facili­tà di igienizzazione e sanificazione sono tra le principali caratteristiche che hanno decretato il successo e la diffusione dell’acciaio inossidabile negli stabilimenti alimentari. A que­ste si aggiugnono la scarsa neces­sità di manutenzione e la durata dell’inve­stimento nel tempo. L’igienicità di un materiale e la sua idoneità nel venire a contatto con gli alimenti (talvolta, dato il basso pH come nel caso del latte) dipendono dalla mancan­za di cessioni che ne modifichino il profilo organolettico, compositivo o tossicologico, dalla resistenza alla corrosione e all’uso dei detergenti e dei sanificanti, dalle caratteristiche di compattezza e assenza di poro­sità della superficie, dalla facilità di rimozione dei film organici di spor­co e microorganismi e dall’assenza di rivestimenti facilmente scalfibili o scheggiabili, che mettano l’ali­mento a contatto con un materiale meno idoneo.

Alla qualità dei materiali, che pos­sono poi differire per la composi­zione della lega, si vanno poi ad aggiungere nella costruzione del manufatto la scelta delle finiture, la progettazione della geometria e dei particolari costruttivi e le tecni­che di lavorazione, saldatura e in­stallazione, che nel loro complesso influiscono sulla qualità della cisterna, la sua resistenza e la stessa igienicità.

Per le cisterne prodotte da BG vengono utilizzati principlamente gli acciai detti austenitici Inox Aisi 304 e Aisi 316, quest’ultimo utilizzato soprat­tutto per le parti sottoposte a mag­giori sollecitazioni, oltre alle leghe L, Aisi 304 Le 316 L, a basso contenu-to in carbonio.

“Grazie all’esperienza in diversi settori alimentari come quello del latte o nel settore trasporto acqua -spiega Giulia Boselli – abbiamo deciso di puntare sulla pulizia e la lavabilità delle cisterne, grazie alla fi­nitura delle superfici con rugosità testata su una produzione ampia e consolidata, caratterizzata da lucidatura a specchio e “auto­pulente”.

UNA TECNICA DI COSTRUZIONE METICOLOSA

Particolare attenzione deve poi essere posto all’esecuzione e alla finitura delle saldature.Tutte le saldature quelle verticali e quelle circolari sono realizzate in atmosfera inerte per ridurre l’azione dell’ossigeno che ne provoca oltre che l’imbrunimento, una riduzione nella resistenza con rischio di perforazione. Inoltre continua l’imprenditrice Parmense in un secondo momento il cordone del materiale di giunzione viene lisciato e le saldature lucidata all’interno e satinata all’esterno per renderle del tutto omogenee con il resto della superfici in modo così da ridurre il rischio di deposito di sostanza organica e sporcizia.

Il montaggio degli accessori a filo parete interna e la forma delle cisterne sono tali da evitare la presenza di spazi, interstizi o ristagni, dove lo sporco possa depositarsi limitando la facilità di passaggio e lo scorrimento della soluzione di lavaggio.

L’obiettivo è ridurre l’uso dei detergenti più agressivi, che possono presentare un rischio per la sicurezza degli operatori, o quelli a base di cloro, il cui utilizzo, anche sulle superfici esterne comporta un rischio di corrosione localizzato dell’acciaio. “ La finitura laminata lucida BA” che si compone di tutti questi accorgimenti per migliorare l’igienicità dei serbatoi permette di sostituire ai detergente il solo uso dell’acqua calda a 70-80° con l’aggiunta di acqua ossigenata per la sanificazione. In questo modo non solo l’operatore non è costretto ad entrare nel serbatoio, ma grazie alle sue caratteristiche si ottiene un risparmio sensibile sui tempi di lavoro e sui consumi di acqua (ind. del30%) e di energia, oltre che una riduzione del rischio legato alla presenza di residui dei prodotti chimici utilizzati per la pulizia, sopratutto nelle valvole, che sono più difficili da raggiungere nei risciacqui.

L’igienicità di una materiale.

L’igienicità di un materiale, in generale, può essere definita come una serie di combinazioni coordinate dei seguenti parametri:

  • Resistenza alla corrosione
  • Assenza di qualunque rivestimento protettivo
  • Compattezza superficiale priva di porosità
  • Elevata removibilità batterica nei cicli di pulitura
  • Bassa ritentività batterica dopo i cicli di pulitura.

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